QUESTO BLOG VUOLE ESSERE UNO STRUMENTO DI CONDIVISIONE DI UN IMPEGNO. E' PERTANTO APERTO ALLA COLLABORAZIONE DI TUTTI.
ADESSO UN'ITALIA NUOVA. SI PUO' FARE.


mercoledì 28 marzo 2012

CON CIVATI AL PIRELLONE

Iniziativa per chiedere le dimissioni di Formigoni, organizzata da Pippo Civati


Perché non mobilitarci in modo nuovo, per denunciare l’incredibile situazione in cui versa la Regione Lombardia? Loro non se ne vogliono andare, anzi, e non capiscono il motivo di tante critiche e a volte si offendono, pure.Insomma, restano lì seduti, come se niente fosse.

E tutto si immobilizza, come a voler negare il passare del tempo (forse perché abituati a occupare quelle posizioni fin dai tempi in cui i Camuni istoriavano la famosa Rosa).
E se allora noi, e per noi intendo tutti i cittadini lombardi, di tutte le parti politiche, che trovano che ci sia parecchio che non funziona nei confronti dell’istituzione che dovrebbe rappresentarli, ci organizzassimo per sederci anche noi? Fuori dal Pirellone, con le seggiole portate da casa.
Non per urlare slogan o denunciare quello che si sa già, né per aggiungere chissà quali altri particolari delle vicende di cui sono piene le pagine dei giornali, ma per discutere insieme, per confrontarci, per immaginare una Lombardia diversa. Politici e cittadini, seduti tra loro e gli uni con gli altri, per dare un segnale: ci vuole qualcosa di nuovo.
Come già richiamato con l’opzione Bassetti, al di là del colore politico di chi vincerà le prossime elezioni, c’è bisogno di un sistema impostato diversamente. E che sappia affrontare le questioni di cui si parla purtroppo solo dal punto di vista giudiziario: la concezione del potere, come abbiamo spesso ripetuto in questi giorni, le modalità (e l’eccessiva discrezionalità) delle nomine politiche, la negoziazione infinita in campo urbanistico, la sottovalutazione della questione ambientale, il pericolo che alle spalle di tutto questo ci sia addirittura la criminalità organizzata, come emerge da alcuni atti processuali.
Un confronto franco, sereno, all’aria aperta. Sulla soglia del Palazzo. Come si dovrebbe fare in una democrazia, quando le porte e le finestre del Palazzo si chiudono. E l’aria diventa ogni giorno più pesante. E le parole sempre più vuote.
Un messaggio ai lombardi e al Paese, perché rappresentanza e credibilità sono proprio le questioni fondamentali con cui la politica deve fare i conti, ed è doloroso registrare che sembra non avere più gli strumenti per affrontarle.
Sabato prossimo potrebbe essere il momento giusto. E di Pirelloni, come si sa, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Uno dei due, quello nuovo, è preferibile per un dato eminentemente organizzativo: che ha una volta che copre la piazza sottostante. E con tutto quello che è costata ai lombardi adottarla in termini politici potrebbe dare finalmente una qualche giustificazione alle spese sostenute.

Giuseppe Civati - Consigliere Regionale PD

Eccoci allora!


martedì 27 marzo 2012

INCONTRO SUL MERCATO DEL LAVORO

26 marzo 2012 - via Ollearo n. 5 ore 21
Auditorium di Radio Popolare

Lavoro: a qualunque costo?
Le nostre proposte
lavoro, contratti e precarietà con
Tito Boeri, docente di economia e lavoro presso l’Università Bocconi, redattore lavoce.info
Paolo Nerozzi,  senatore del  Partito Democratico, primo firmatario del DDL  per l’istituzione del contratto unico di ingresso
Coordina Rinaldo Gianola, vicedirettore de l'Unità

Serata davvero utile e bella quella di ieri sera
Certo il tema era importante e di attualità. E i relatori di assoluto valore.
Non a caso l’auditorium di Radiopopolare era pieno.

Dopo una bella introduzione del nuovo coordinatore, Marco Lanza, Tito Boeri – su provocazione di Gianola - ha iniziato subito con una riflessione sulla riforma (?!) Fornero, partendo da un articolo da lui pubblicato su La Repubblica.
Ha sostenuto che il metodo utilizzato è stato giusto: inutile imbastire  tavoli solo mediatici, la concertazione come fatta fino ad ora non funziona.
Assurda invece la passività politica del Pd sul tema del lavoro che ha subito e si è fatto trovare impreparato.
La riforma è brutale  e gattopardesca: cambia tutto, ma in realtà non cambia nulla.
Sui licenziamenti invece viene dato un potere enorme ai giudici: allargato il margine di incertezza i tempi si dilatano, proprio il problema che invece lamentano le aziende oggi.
Quindi oltre che essere inutilmente punitiva, la proposta di modifica dell’art. 18 è dannosa.
In più non si estendono gli ammortizzatori ai precari e non si semplifica la tipologia degli stessi.
L'aumento dei contributi a carico delle imprese che assumono precari porterà senza dubbio al fatto che le aziende scaricheranno questi oneri sui salari dei lavoratori.
La formazione sarebbe invece la migliore assicurazione per i lavoratori.
Ma di quella non c’è traccia
La precarietà svilisce il valore del lavoro.
La famiglia rimane oggi l’unica forma di protezione.

Il senatore Nerozzi ha sostenuto che il restauro o la resistenza dello stato attuale non era oramai più possibile.
Per quello la sua proposta di riforma – che si ispirava al progetto di Boeri ed è stata depositata in Parlamento quale proposta di tutto il PD - voleva estendere l'articolo 18, istituire il contratto prevalente e il salario minimo. Era sottesa proprio una filosofia diversa rispetto a quella di questo governo.
Sarebbe il caso di sparigliare completamente le carte.
Le elezioni amministrative e francesi non saranno indifferenti a questo dibattito.
Certo in passato sono state mancate delle occasioni.
In particolare come sindacato sono stati commessi due errori.
- Dal 96 dopo la fine del governo Prodi viene a trasformarsi un epoca, finisce un periodo storico nel mondo del lavoro, si trasforma il lavoro operaio. Gli strumenti andavano aggiornati allora.
Se il contratto nazionale non ce la faceva più bisognava trovare tutele per chi sta ai margini, oltre a  strumenti legislativi come per esempio il salario minimo.
Anche con le riforme del mercato del lavoro non si è colta la necessità di cambiare il welfare.
La speranza dei movimenti no global non si è tradotto in un movimento politico adeguato.
- Con Prodi avremmo dovuto giocare più sull'unità sindacale e sui temi delle regole della rappresentanza.
In questa trattativa bisognava diminuire il numero delle tipologie di contratto.
Oggi abbiamo un problema di redistribuzione del reddito ma anche di redistribuzione del potere.
La concertazione è un valore soprattutto per un paese come il nostro.
Il governo non può confondere il senso di responsabilità con la debolezza. Dopo la riforma delle pensioni – dura – ha sostenuto che non siamo disponibili a subire oltre.

Solo qualche appunto: difficile davvero dare conto di una serata ricca e proficua.
Anche gli interventi alla fine – e le risposte degli oratori – sono state dense.
Come sempre, peggio per chi non c’era.

venerdì 23 marzo 2012

articolo 18



Tanto per capire da che parte stiamo...
(comunque è una ragione in più per partecipare all'incontro di lunedì sera con Tito Boeri e Paolo Nerozzi)

mercoledì 21 marzo 2012

INIZIATIVA DEL CIRCOLO

26 marzo 2012 - via Ollearo n. 5 - ore 21
Auditorium di Radio Popolare
Lavoro: a qualunque costo?
Le nostre proposte


parliamo di lavoro, contratti e precarietà con
Tito Boeri, docente di economia e lavoro presso l'Università Bocconi, redattore lavoce.info
Paolo Nerozzi,  senatore del  Partito Democratico, primo firmatario del DDL  per l'istituzione del contratto unico di ingresso


Coordina Rinaldo Gianola, vicedirettore de l'Unità
 
Nel corso della serata sarà possibile acquistare i volumi di Tito Boeri "Le riforme a costo zero - dieci proposte per tornare a crescere" e "Un nuovo contratto per tutti", editi da Chiarelettere

21 MARZO - ANTIRAZZISMO

lunedì 19 marzo 2012

Il nuovo segretario del circolo

Assemblea per l’elezione del nuovo segretario del Circolo

Sabato 17 abbiamo eletto il nostro nuovo Coordinatore del Circolo e con lui salutiamo Francesco, per questi anni che abbiamo trascorso insieme costruendo il PD, augurandogli altrettanto successo nella sua nuova terra di adozione

Il nuovo segretario è Marco Lanza, eletto all’unanimità.
Questo il testo del suo intervento “programmatico”

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Da dove vengo e dove vorrei andare insieme a voi

Nel Partito Democratico, che racchiude al suo interno differenti anime e percorsi personali, non è un mistero che io mi collochi a sinistra, ed è bello oggi poterlo dire apertamente. In particolare in questa città negli ultimi trent'anni era quasi diventato qualcosa di cui doversi vergognare. Ma lo dico anzitutto perché sono abituato a parlare chiaro, a giocare a carte scoperte, e non mi piace che ci siano fraintendimenti o retropensieri.

Ho fatto politica alle superiori e ai tempi dell'università. Una politica di scoperta, esplorativa, ore passate a parlare di inezie o di temi decisamente più grandi di noi, non è stato tempo perso, ma una scuola. In particolare ho capito gli errori di una politica che si basava su un'analisi della società troppo povera e che non entrava in contatto con il mondo reale, chiusi com'eravamo all'interno nei nostri stanzini a scontrarci su preconcetti veri per definizione. E per un po' ho preso altre strade.

Quel tipo di politica oggi non mi interessa più, ho voglia di fare dei progetti che vedano la luce del sole il prima possibile, anzi che partano sotto la luce del sole perché nati dal confronto con la società e da esigenze concrete. Vorrei una politica capace di incidere nel flusso della storia partendo proprio da quello spicchio di città che si affaccia davanti a noi, a partire dal nostro circolo.

Il ruolo di coordinatore è un impegno importante della cui valenza sono conscio. Sottolineo che mi piace il termine coordinatore al posto di quello di segretario perché mette l'accento sull'aspetto dell'organizzazione, che almeno in un primo momento sarà la mia principale preoccupazione.

Interpreterò questo nuovo ruolo in modo estensivo, ampio. Proverò ad organizzare al meglio il circolo al fine di ottenere dei risultati politici rilevanti, di far emergere ancora di più il ruolo del circolo sul territorio e di allargare la partecipazione di simpatizzanti e degli iscritti, con la speranza di aggregare sempre più persone. E non è fantascienza pensare ad un raddoppio dei tesserati.

Ma non è solo sul numero delle tessere che si conta il valore di una proposta politica, bisogna vedere la qualità del contributo che il circolo offre e riceve. Il rapporto tra di noi deve essere: chi vuole partecipare deve anche avanzare una proposta, quindi saremo tutti felici di lavorarci insieme. A guidarmi è la convinzione che la partecipazione è bella quando con un contributo anche piccolo si fa crescere un progetto più grande, comune. Tutto questo in ultima istanza crea una società migliore, che è un bel traguardo. Il nostro traguardo.
Per fare questo ci vuole un'organizzazione che permetta di offrire a tutte le persone coinvolte un ruolo e i modi per ottenere gli obiettivi. Finire una riunione dicendo "poi vedremo" non sarà la nostra prassi.

Ma il cambiamento richiede un altro presupposto, quello di essere capaci di rivedere il proprio punto di vista, una processo che a volte appare difficilissimo -e di fatto lo è- ma ci lavoreremo.

Il circolo
Mi piace pensare a questo circolo come ad un progetto comune guidato da un alto senso della vita pubblica e di coesione della comunità a cui apparteniamo. Il Lia Bianchi ha già questo indirizzo, ma dobbiamo fare uno scatto in avanti e creare le condizioni per utilizzare al meglio spazi e risorse, creare un buon rapporto con gli iscritti e renderli partecipi delle attività che realizzeremo.
Oggi il circolo è gestito bene da dei pilastri che ne assicurano l'esistenza, Giulio, Gigi, Roberto, tra gli altri, che sono anche la memoria di questi luoghi e di questa zona di Milano; non lo dobbiamo dimenticare, ma c'è bisogno di tutti gli iscritti e i simpatizzanti per fare sempre meglio.
Abbiamo poco tempo e sosteniamo il partito con la passione, ma passione che non deve significare solo improvvisazione, dobbiamo fare le cose per bene perché ognuno di noi ha delle capacità preziose che possiamo mettere in comune. Dimostreremo quindi che i temi che trattiamo, che sono temi politici, li consideriamo nella giusta importanza e li vogliamo rendere concreti.

Condivideremo idee e progetti e li porteremo avanti come gruppo, perché solo insieme, in un gruppo ampio, si può trovare la forza per proporre un cambiamento.
L'obiettivo ultimo è un circolo che sia il riferimento vivo per il territorio circostante, un interlocutore privilegiato che fornisce servizi e che risponde alle esigenze della zona. Se ce ne fosse ancora bisogno, dobbiamo far cambiare radicalmente l'idea di alcuni che il nostro partito "non conosca adeguatamente la società che vuole rappresentare".

Il coordinamento e l'assemblea degli iscritti
C'è bisogno di una partecipazione ampia, di tanti persone diverse tra loro che contribuiscano con i loro saperi e le loro competenze, ma soprattutto c'è bisogno di conoscerci tra di noi perché ognuno è portatore di una storia diversa, la sua personale, la sua biografia, e questa è una ricchezza fondamentale per tutti.
Lo scambio è la base per capire le ragioni di pensieri diversi che ci portano a scelte di vita diverse. Questo oltre che un percorso interessante di conoscenza e di trasmissione del sapere, ad esempio tra generazioni, nella sostanza significa tolleranza, che è un altro concetto centrale, soprattutto in un partito plurale al suo interno e che parla ad una parte ampia della società.
Per questo l'assemblea degli iscritti sarà chiamata a riunirsi più volte, anche con un carattere meno ufficiale di quello con cui vi abbiamo chiesto di venire qui oggi per l'elezione del coordinatore.
Il ruolo del coordinamento viceversa sarà di fornire un orientamento politico al circolo. Il coordinamento non è quindi un gruppo ristretto che tiene aperto il circolo o peggio che lo vive in modo esclusivo. Tutti gli iscritti possono e devono stimolare le riflessioni del coordinamento.

L' organizzazione
Ho sentito dire che l'efficacia non appartiene alle categorie della politica. Non condivido questa affermazione. Se la politica vuole disegnare un mondo diverso ha bisogno di regole che ne organizzino il lavoro e puntino a dei risultati. L'efficacia della politica si vede se le discussioni si trasformano in norme che garantiscono tutti, nel piccolo di un circolo si devono trasformare almeno in buone prassi. Sono i risultati concreti quello a cui dobbiamo puntare.
Quindi ritengo che uno dei punti centrali nell'attività di un partito sia l'organizzazione, la definizione chiara del modo di lavorare e di comunicare dei circoli verso l'esterno e di come questi si relazionano tra loro. Un calendario, l'uso adeguato della mail e di altri strumenti informatici deve gestito al meglio, per non renderebbe la comunicazione ridondante e inutile. Infatti i corsi di informatica che iniziano da settimana prossima e che ripeteremo in futuro vanno nella direzione di fornire maggior strumenti per lavorare bene.

Oggi il dibattito sul partito è tra una forma "pesante" e una "leggera" che coinvolge anche il ruolo dei circoli. In questo senso si sta ripensando il rapporto tra base e di vertice, tra centro e periferia, tra circoli e circoli. Io credo che pensare al ruolo dei circoli solo come un magazzino per volantini e che si attivano solo in campagna elettorale è mortificante per la storia che questi luoghi portano con sé. Con una buona organizzazione il nostro circolo può dare risultati importanti.

Lo ripeto, i circoli sono una ricchezza per il partito e per il territorio che non possiamo disperdere. Abbiamo un grande potenziale e lo dimostreremo.

Dobbiamo rappresentare ampie fasce della società
Per organizzarci dobbiamo prima identificare chi siamo. L'identità di un partito è un discorso molto complesso, quindi mi limiterò a quello che riguarda il nostro circolo.
Tutti noi siamo anzitutto quello che facciamo, quindi spero di non dovermi più definire come l'opposto di quello che non ci piace, vivendo di riflesso le posizioni di altri soggetti politici, come è accaduto spesso, troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni.

Possiamo dimostrare che i temi che rappresentano tutta la proposta politica di alcuni piccoli partiti in realtà sono temi nostri, che noi affrontiamo nella la giusta complessità inserendoli correttamente in un quadro più grande. Se lo faremo bene e sapremo comunicarlo a tutti, anche il consenso arriverà di conseguenza.

Dove non arriviamo con la nostra analisi, in quei casi dobbiamo tornare a osservare la realtà da vicino, cercando di capirla per quello che è. E non sarà sufficiente dire che il mondo che vediamo non lo capiamo o non ci piace, perché quel mondo che non ci piace lo dobbiamo capire e siamo tenuti a cambiarlo.

Dobbiamo quindi riadattare continuamente la nostra visione del mondo e possiamo farlo solo ascoltando le persone, prima di affermare il nostro punto di vista. Così facendo potremo metterci in comunione di intenti con ampi strati della popolazione e arrivare a creare un grande progetto comune.

Come circolo abbiamo la dimensione giusta per vedere e affrontare questi problemi e per farlo adeguatamente conto su tutti gli iscritti, quelli che ci sono già e quelli che verranno. Quello che faremo e come lo faremo concorrerà a formare la nostra identità futura.

buon lavoro
Marco

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qualche foto...







martedì 13 marzo 2012

INCONTRO SUL LAVORO

9 marzo 2012 - Milano, via J. Da Tradate n. 9

Per l’uguaglianza
(nell’epoca delle disuguaglianze)


Uscire dalla crisi:
che fare per la crescita e l’occupazione?

Serata di discussione sui temi del lavoro e della occupazione con il prof. Daniele Checchi (Preside della Facoltà di scienze politiche della Statale di Milano, l’on. Antonio Misiani e Laura Specchio, responsabile lavoro per la Lombardia del Partito Democratico

Laura Specchio ha iniziato cercando di tratteggiare la situazione della nostra Regione e soprattutto ciò che si dovrebbe fare in termini di investimenti soprattutto nel settore dell’istruzione, in particolare nel settore della formazione professionale.
Ha fornito cifre e diagrammi e ha fatto un accenno anche al contributo che gli extracomunitari possono dare non solo in termini di lavoro dipendente, ma anche in termini di nuove imprese: è stato calcolato infatti che nel 2045 le imprese create da stranieri saranno in numero maggiore a quelle create da italiani.

L’on. Misiani ha tratteggiato un affresco delle cause della situazione di crisi economica e di grave difficoltà occupazionale e ha cercato di sottolineare le cose che sono già state fatte e soprattutto quelle ancora da fare.

Che fare in particolare?
-         crescita, soprattutto puntando sul cambiamento della politica economica dell’Europa
-         riduzione della disuguaglianza sociale
-         sviluppo del “sistema paese”: innovazione, welfare, infrastrutture
-         nuove regole per il mondo del lavoro
-         rete di protezione sociale

Il prof. Checchi ha fatto un intervento molto brillante
Ha evidenziato subito i motivi per i quali l’Italia va male e la Germania va bene

A parte i problemi cronici (disuguaglianze, bilancia dei pagamenti) a differenza del nostro, il modello tedesco è quello dell’Europa sociale:
- investimenti in formazione
- investimenti differenziati per acquisire professionalità per il lavoro
- impianto industriale cogestito imprese – sindacati
- relazioni industriali di tipo corporativo (sindacato nei consigli di amministrazione)
- investimenti pubblici nella ricerca

In Italia?
La formazione professionale non esiste
Le relazioni industriali sono conflittuali anche per le forti disuguaglianze del nostro paese e la forte perdita del potere d’acquisto dei salari
La ricerca non è finanziata

Occorrerebbe una sveglia, ma non ci sono risorse.
E in questa palude chi soffre di più sono i giovani.

Occorrerebbe inoltre una radicale riforma delle tutele, assolutamente inadeguate ormai alla realtà di oggi

Una quindicina di domande (e altrettante risposte) hanno nell’ultima parte creato un dialogo assolutamente interessante.

martedì 6 marzo 2012

INIZIATIVA DEL CIRCOLO

      9 marzo 2012
                 Milano, via J. Da Tradate n. 9
          c/o CAM - ore 21

Uscire dalla crisi:
che fare per la crescita e l’occupazione?
ne parliamo con
Daniele Checchi, docente di economia politica, Preside della Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università Statale di Milano
Antonio Misiani, deputato, Tesoriere del Partito Democratico

Coordina
Laura Specchio
Responsabile Lavoro e Professioni PD Lombardia

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giovedì 1 marzo 2012

nuovo segretario del circolo

Entro le ore 15 del 3 Marzo gli iscritti al circolo potranno presentare la richiesta di candidatura a nuovo segretario di circolo.


L’elezione avverrà  il 17 Marzo (dalle ore 15) durante una assemblea di tutti gli iscritti  durante la quale ci sarà la relazione del portavoce uscente Francesco Sole, un contributo dell'On. Emilia De Biasi, deputata del PD e la presentazione delle candidature e delle dichiarazioni programmatiche

Seguirà un rinfresco per festeggiare il nuovo segretario


Il giorno dell'assemblea sarà possibile rinnovare la propria iscrizione  


Questa la lettera di dimissioni del segretario attuale:
Milano, 20 febbraio 2012


Cara iscritta e caro iscritto,
qualche giorno fa ho rassegnato le dimissioni da portavoce del circolo “Lia Bianchi”. La scelta è stata compiuta per ragioni strettamente personali che nulla a che vedere né con la mia adesione al partito né con il lavoro fin qui svolto a coordinamento dell'attuale direttivo. Per tale motivo e per dare continuità al lavoro svolto fino ad oggi, il coordinamento del circolo ha deciso di avviare al più presto il percorso per eleggere un nuovo portavoce.

L'elezione si svolgerà in un'assemblea a cui potranno partecipare ed esprimere il proprio voto tutti gli iscritti al 31 dicembre 2011.
Sarà molto importante la tua presenza perché, come avvenuto per la mia elezione, potrai scegliere direttamente chi coordinerà  fino al prossimo congresso il tuo circolo.

L'appuntamento è fissato nel salone del circolo per  sabato 17 marzo alle ore 15.00 .
All'assemblea sarà presente l'on. Emilia De Biasi e, al termine della votazione, offriremo un aperitivo per festeggiare il nostro nuovo segretario.

Coloro che vorrano presentare la propria candidatura a segretario del circolo dovranno farlo entro e non oltre il 3 marzo alle ore 12.00 direttamente ad uno dei seguenti membri della commissione elettorale:
Giulio Malesani            (3385810153)
Giusy Borrini                (3357068754)  
Roberto Stuani (3477598115)
Insieme alla candidatura sarà necessario presentare una proposta di programma di lavoro.

Ribadendo l'importanza della tua presenza ti ricordo che sono già arrivate le tessere di iscrizione al Partito per il 2012, quindi, per chi non l'avesse ancora fatto, il giorno dell'assemblea sarà possibile rinnovare la propria iscrizione.

Un caro saluto     
Francesco Sole