Assemblea per l’elezione del nuovo segretario del Circolo
Sabato 17 abbiamo eletto il nostro nuovo Coordinatore del Circolo e con lui salutiamo Francesco, per questi anni che abbiamo trascorso insieme costruendo il PD, augurandogli altrettanto successo nella sua nuova terra di adozione
Il nuovo segretario è Marco Lanza, eletto all’unanimità.
Questo il testo del suo intervento “programmatico”
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Da dove vengo e dove vorrei andare insieme a voi
Nel Partito Democratico, che racchiude al suo interno differenti anime e percorsi personali, non è un mistero che io mi collochi a sinistra, ed è bello oggi poterlo dire apertamente. In particolare in questa città negli ultimi trent'anni era quasi diventato qualcosa di cui doversi vergognare. Ma lo dico anzitutto perché sono abituato a parlare chiaro, a giocare a carte scoperte, e non mi piace che ci siano fraintendimenti o retropensieri.
Ho fatto politica alle superiori e ai tempi dell'università. Una politica di scoperta, esplorativa, ore passate a parlare di inezie o di temi decisamente più grandi di noi, non è stato tempo perso, ma una scuola. In particolare ho capito gli errori di una politica che si basava su un'analisi della società troppo povera e che non entrava in contatto con il mondo reale, chiusi com'eravamo all'interno nei nostri stanzini a scontrarci su preconcetti veri per definizione. E per un po' ho preso altre strade.
Quel tipo di politica oggi non mi interessa più, ho voglia di fare dei progetti che vedano la luce del sole il prima possibile, anzi che partano sotto la luce del sole perché nati dal confronto con la società e da esigenze concrete. Vorrei una politica capace di incidere nel flusso della storia partendo proprio da quello spicchio di città che si affaccia davanti a noi, a partire dal nostro circolo.
Il ruolo di coordinatore è un impegno importante della cui valenza sono conscio. Sottolineo che mi piace il termine coordinatore al posto di quello di segretario perché mette l'accento sull'aspetto dell'organizzazione, che almeno in un primo momento sarà la mia principale preoccupazione.
Interpreterò questo nuovo ruolo in modo estensivo, ampio. Proverò ad organizzare al meglio il circolo al fine di ottenere dei risultati politici rilevanti, di far emergere ancora di più il ruolo del circolo sul territorio e di allargare la partecipazione di simpatizzanti e degli iscritti, con la speranza di aggregare sempre più persone. E non è fantascienza pensare ad un raddoppio dei tesserati.
Ma non è solo sul numero delle tessere che si conta il valore di una proposta politica, bisogna vedere la qualità del contributo che il circolo offre e riceve. Il rapporto tra di noi deve essere: chi vuole partecipare deve anche avanzare una proposta, quindi saremo tutti felici di lavorarci insieme. A guidarmi è la convinzione che la partecipazione è bella quando con un contributo anche piccolo si fa crescere un progetto più grande, comune. Tutto questo in ultima istanza crea una società migliore, che è un bel traguardo. Il nostro traguardo.
Per fare questo ci vuole un'organizzazione che permetta di offrire a tutte le persone coinvolte un ruolo e i modi per ottenere gli obiettivi. Finire una riunione dicendo "poi vedremo" non sarà la nostra prassi.
Ma il cambiamento richiede un altro presupposto, quello di essere capaci di rivedere il proprio punto di vista, una processo che a volte appare difficilissimo -e di fatto lo è- ma ci lavoreremo.
Il circolo
Mi piace pensare a questo circolo come ad un progetto comune guidato da un alto senso della vita pubblica e di coesione della comunità a cui apparteniamo. Il Lia Bianchi ha già questo indirizzo, ma dobbiamo fare uno scatto in avanti e creare le condizioni per utilizzare al meglio spazi e risorse, creare un buon rapporto con gli iscritti e renderli partecipi delle attività che realizzeremo.
Oggi il circolo è gestito bene da dei pilastri che ne assicurano l'esistenza, Giulio, Gigi, Roberto, tra gli altri, che sono anche la memoria di questi luoghi e di questa zona di Milano; non lo dobbiamo dimenticare, ma c'è bisogno di tutti gli iscritti e i simpatizzanti per fare sempre meglio.
Abbiamo poco tempo e sosteniamo il partito con la passione, ma passione che non deve significare solo improvvisazione, dobbiamo fare le cose per bene perché ognuno di noi ha delle capacità preziose che possiamo mettere in comune. Dimostreremo quindi che i temi che trattiamo, che sono temi politici, li consideriamo nella giusta importanza e li vogliamo rendere concreti.
Condivideremo idee e progetti e li porteremo avanti come gruppo, perché solo insieme, in un gruppo ampio, si può trovare la forza per proporre un cambiamento.
L'obiettivo ultimo è un circolo che sia il riferimento vivo per il territorio circostante, un interlocutore privilegiato che fornisce servizi e che risponde alle esigenze della zona. Se ce ne fosse ancora bisogno, dobbiamo far cambiare radicalmente l'idea di alcuni che il nostro partito "non conosca adeguatamente la società che vuole rappresentare".
Il coordinamento e l'assemblea degli iscritti
C'è bisogno di una partecipazione ampia, di tanti persone diverse tra loro che contribuiscano con i loro saperi e le loro competenze, ma soprattutto c'è bisogno di conoscerci tra di noi perché ognuno è portatore di una storia diversa, la sua personale, la sua biografia, e questa è una ricchezza fondamentale per tutti.
Lo scambio è la base per capire le ragioni di pensieri diversi che ci portano a scelte di vita diverse. Questo oltre che un percorso interessante di conoscenza e di trasmissione del sapere, ad esempio tra generazioni, nella sostanza significa tolleranza, che è un altro concetto centrale, soprattutto in un partito plurale al suo interno e che parla ad una parte ampia della società.
Per questo l'assemblea degli iscritti sarà chiamata a riunirsi più volte, anche con un carattere meno ufficiale di quello con cui vi abbiamo chiesto di venire qui oggi per l'elezione del coordinatore.
Il ruolo del coordinamento viceversa sarà di fornire un orientamento politico al circolo. Il coordinamento non è quindi un gruppo ristretto che tiene aperto il circolo o peggio che lo vive in modo esclusivo. Tutti gli iscritti possono e devono stimolare le riflessioni del coordinamento.
L' organizzazione
Ho sentito dire che l'efficacia non appartiene alle categorie della politica. Non condivido questa affermazione. Se la politica vuole disegnare un mondo diverso ha bisogno di regole che ne organizzino il lavoro e puntino a dei risultati. L'efficacia della politica si vede se le discussioni si trasformano in norme che garantiscono tutti, nel piccolo di un circolo si devono trasformare almeno in buone prassi. Sono i risultati concreti quello a cui dobbiamo puntare.
Quindi ritengo che uno dei punti centrali nell'attività di un partito sia l'organizzazione, la definizione chiara del modo di lavorare e di comunicare dei circoli verso l'esterno e di come questi si relazionano tra loro. Un calendario, l'uso adeguato della mail e di altri strumenti informatici deve gestito al meglio, per non renderebbe la comunicazione ridondante e inutile. Infatti i corsi di informatica che iniziano da settimana prossima e che ripeteremo in futuro vanno nella direzione di fornire maggior strumenti per lavorare bene.
Oggi il dibattito sul partito è tra una forma "pesante" e una "leggera" che coinvolge anche il ruolo dei circoli. In questo senso si sta ripensando il rapporto tra base e di vertice, tra centro e periferia, tra circoli e circoli. Io credo che pensare al ruolo dei circoli solo come un magazzino per volantini e che si attivano solo in campagna elettorale è mortificante per la storia che questi luoghi portano con sé. Con una buona organizzazione il nostro circolo può dare risultati importanti.
Lo ripeto, i circoli sono una ricchezza per il partito e per il territorio che non possiamo disperdere. Abbiamo un grande potenziale e lo dimostreremo.
Dobbiamo rappresentare ampie fasce della società
Per organizzarci dobbiamo prima identificare chi siamo. L'identità di un partito è un discorso molto complesso, quindi mi limiterò a quello che riguarda il nostro circolo.
Tutti noi siamo anzitutto quello che facciamo, quindi spero di non dovermi più definire come l'opposto di quello che non ci piace, vivendo di riflesso le posizioni di altri soggetti politici, come è accaduto spesso, troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni.
Possiamo dimostrare che i temi che rappresentano tutta la proposta politica di alcuni piccoli partiti in realtà sono temi nostri, che noi affrontiamo nella la giusta complessità inserendoli correttamente in un quadro più grande. Se lo faremo bene e sapremo comunicarlo a tutti, anche il consenso arriverà di conseguenza.
Dove non arriviamo con la nostra analisi, in quei casi dobbiamo tornare a osservare la realtà da vicino, cercando di capirla per quello che è. E non sarà sufficiente dire che il mondo che vediamo non lo capiamo o non ci piace, perché quel mondo che non ci piace lo dobbiamo capire e siamo tenuti a cambiarlo.
Dobbiamo quindi riadattare continuamente la nostra visione del mondo e possiamo farlo solo ascoltando le persone, prima di affermare il nostro punto di vista. Così facendo potremo metterci in comunione di intenti con ampi strati della popolazione e arrivare a creare un grande progetto comune.
Come circolo abbiamo la dimensione giusta per vedere e affrontare questi problemi e per farlo adeguatamente conto su tutti gli iscritti, quelli che ci sono già e quelli che verranno. Quello che faremo e come lo faremo concorrerà a formare la nostra identità futura.
buon lavoro
Marco
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qualche foto...